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Biblioteca Facoltà di Architettura, Firenze

Vicino ai complessi di Santa Verdiana e Santa Teresa, entrambe sedi della Facoltà dI Architettura, le Murate rappresentano un’opportunità per l’intera crescita e sviluppo del quartiere di Santa Croce. Il complesso nato nel quattrocento per volere di Giovanni de Benci è stato un convento fino ai primi del novecento, quando diventò il carcere fiorentino maschile subendo pesanti e radicali trasformazioni d’adeguamento alla nuova destinazione.
Agli inizi del duemila i lavori di recupero dell‘area sulle linee guida di Renzo Piano, hanno trasformato la grande struttura ricavandone una serie di appartamenti popolari, bar, ristoranti e negozi, facendone uno dei principali luoghi di ritrovo e aggregazione del quartiere.
Proprio nell‘ultima addizione dell’ex carcere, l’edificio a Y e il cortile dell’ora d’aria, attualmente utilizzato a parcheggio, che confina con il viale Giovine Italia, si colloca il progetto della nuova biblioteca della Facoltà d’Architettura.
La distribuzione dei volumi, i materiali impiegati, il rapporto dirompente, ma dialogante con il quartiere sono gli elementi guida della progettazione architettonica. 
L’ involucro proposto è formalmente fluido e omogeneo; rappresenta una volontà di chiusura sul viale su cui si affaccia, e una sorta di “continuità modernizzata” nei confronti delle mura trecentesche, che ne risultano tagliate ma omogenee.
La forma ricorda il movimento del viale su cui si affaccia e suggerisce l’idea di un’ architettura racchiusa dalla sua stessa membrana. L’involucro risulta caratterizzato da un particolare linguaggio cromatico e formale. Rivestito di lamiera di rame traforata, con sfumature cromatiche determinate dal diverso stadio  di ossidazione, l’involucro si pone come scatola-contenitore di spazi.
All’ interno la “pianta libera” permette l’articolazione di ambienti che esaltano la dimensione sociale e collettiva della biblioteca, in contrapposizione alle ali del panopticon dove la lettura è un azione più intima e raccolta. La sovrapposizione dei piani all’interno della “scatola involucro” avviene tenendo conto della continuità visiva e spaziale, secondo due diversi ordini: 1: il vuoto centrale a tutta altezza; 2: il principio del “raumplan” ovvero dell’articolazione e dello sfalsamento dei diversi livelli. Partendo infatti dall’ingresso piazza pubblica del piano terra, il nastro-percorso termina al terzo piano con la grande sala per la  lettura e il relax.
 
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